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Opzioni binarie: riapre il caso Parmalat
Il caso Parmalat è importante ed è stato recentemente riaperto dal tribunale di Parma che ritiene che una serie di acquisizioni, dannose per l’azienda, siano state fatte con coscienza del danno finanziario subito.
A riaprire il caso Parmalat ci ha pensato il tribunale di Parma che ha deciso di mettere le mani sui conti dell’azienda che adesso è detenuta all’83 per cento dalla Lactalis, un’azienda francese. Il tribunale ha dunque nominato un commissario ad acta che avrà due compiti: quello di ispezionare i conti dell’azienda e quello di supervisionare le attività Parmalat rimuovendo il collegio sindacale che era attivo all’epoca dell’acquisizione di Lactalis American Group.
Un’operazione giudiziaria in grande stile che fino a questo momento non si era mai vista.
Il tribunale, però, ha il sospetto fondato che l’acquisizione di Lactalis American Group, sia stata dannosa per l’azienda ma che i possibili danni finanziari fossero conosciuti da chi ha portato a termine lo pseudo affare. Insomma un’acquisizione programmaticamente dannosa.
I soldi in ballo in questa acquisizione sono stati tanti. In particolare si parla di 950 milioni di dollari, pari a 730 milioni di euro che Parmalat avrebbe pagato per Lag. Il commissario dorà indagare dunque sui conti dell’azienda ma si ribadisce che il Cda Parmalat conserva i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione.
Istat, 3 milioni di famiglie in difficoltà con le spese
Sì alla ripresa dei consumi, sì alla ripartenza del settore lavorativo e sì anche alle novità che potrebbero dare un’iniezione di fiducia ai mercati. Per ora però bisogna fare i conti con le bollette e a moltissimi italiani questi conti non tornano. Nonostante la fiducia nei mercati, moltissimi italiani hanno difficoltà con il pagamento delle rate del mutuo, dell’affitto e delle bollette. Lo spiega l’ISTAT parlando di un’Italia in difficoltà con 3 milioni di italiani, l’11,7% del totale che ha problemi con i pagamenti indicati.
L’istituto nazionale di statistica ha riferito tutto al Parlamento specificando che il 10,2% delle famiglie ha problemi con i pagamenti delle bollette per le utenze domestiche, che il 6,3% delle famiglie ha difficoltà con il mutuo da pagare. Questo dipende dalla percentuale d’incidenza delle spese stesse sul reddito disponibile. Come spiega bene l’Ansa in riferimento al rapporto Istat:
le categorie di famiglie maggiormente interessate dal problema sono quelle del quinto quintile, ovvero della fascia di reddito, più povero (29,2% sono state in arretrato con le spese per la casa, pari a 1 milione e 505mila famiglie) e, più in generale, quelle in affitto (27,6%, 1 milione e 320mila) o quelle gravate da un mutuo per la casa (14,8%, 561mila). Le spese per l’abitazione (condominio, riscaldamento, gas, acqua, altri servizi, manutenzione ordinaria, elettricità, affitto, mutuo) costituiscono infatti una delle voci principali del bilancio familiare. Nel 2020, l’esborso medio di una famiglia per queste spese e’ stato di 357 euro mensili, a fronte di un reddito netto (al netto delle poste figurative) di 2.460 euro mensili, con un peso del 14,5%. Le spese risultano più onerose nel Nord (15,2%) e nei comuni centri di aree metropolitane (16,1%).
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